domenica 5 ottobre 2008

Odeta terza puntata

La nostra è una dura realta, non c'è spazio per ideologie o questioni di principio, la sopravvivenza o meno è legata alla propria capacità di chinare ilo capo e piegarsi, lo spazio tempo di conseguenza tende a curvarsi in presenza di una grande massa. Nel mondo della fantasia, invece, lo spazio tempo non si piega mai, fiero e dignitoso è disposto a spezzarsi piuttosto.Per questa ragione spesso vi si formano crepe e spaccature, nulla di seccante, sempre che non vi capiti di inciamparvi... Proprio come successe ad Odeta.
Se ben ricordate, prima di questo volo pindarico eravamo rimasti con la nostra dottoressa preferita intenta a meditare propositi bellicosi verso gli abitanti dell'isola, dopo aver ridotto all'estinzione un'intera razza di creature immaginarie. Si sa, però, che rimuginare rende distratti, le capitò, perciò, di inciampare in una delle succitate crepee di cadere come una pera cotta, dritta dritta su una cacca. Lì per lì neanche si accorse della viscida schifezza che le si era spalmata addosso, sapete com'è, i fisici sperimentali nel momento in cui trovino un qualcosa degno di interesse, sono in grado di astraersi dal mondo materiale, per concentrare tutti sè stessi sull'oggetto dello studio. Nel caso in questione il campione da trattare era estremamenete interessante, sembrava una finissima ragnatela, la quale, però, non si limitava a pendere da qualche oggetto, bensì fendeva qualunque cosa attraversasse, fosse essa l'ario, una pianta, persino il suolo. Non era solida ovunque, in effetti lo era solo dove Odeta era inciampata. Fu così che la sciagurata ragazza si calò talmente nel suo iperuranio fatto di scattering, nel quale si figurava di bombardare la crepa con radiazioni di varia lunghezza d'onda, da non accorgersi che il bimbo perduto approfittava della sua distrazione per zompettare via lungo il sentiero. La ragnatela era affascinante, immaginari esperimenti in trasmissione promettevano righe d'assorbimento a qualunque frequenza, Odeta sarebbe rimasta lì imbambolata per ore, senonchè la puzza della viscida sostanza che la inzaccherava si fece strada a forza tra un gedanken experiment e l'altro. Un fisico sperimentale, infatti, è sì capace di astraersi dalla realtà, ma Odeta non era nel mondo reale, bensì in quello della fantasia, e lì, non c'è astrazione mentale che tenga, la puzza di cacca resta sempre puzza di cacca.
La ragazza si alzò bruscamente e, imbufalita come solo una persona ricoperta di escrementi può essere, si gettò all'inseguimento del bambino sfuggitole. Nel correre la sua collera monava, si era laureata da poco e, si sa, laurearsi è stressante, non tanto per quel che riguarda difendere la propria tesi davanti ad una commissione composta da professori annoiati e stanchi, quanto per la successiva festa di laurea, che è quanto di più duro ci sia, per una ragazza di ventiquattro anni. Mi risulta, infatti, che subito dopo la discussione della tesi un suo pensiero persistente sia stato: -Dopo tutto questo stress è imperativo che io sevizi almeno tre bambini (*)-.
Il suo desiderio fu presto esaudito: i bambini perduti, provvidenzialmente avvertiti dal bimbo delatore, le tesero un'imboscata nella foresta. L'aggredirono a colpi di mazzafionda, sbucando all'improvviso dal fitto della giungla, i sassi le sibilavano attorno, ma la nostra eroina non si fece sopraffare, aspettò che le si avvicinassero e, una volta a tiro reagì nella maniera migliore nella quale si possa reagire quando si ha a che fare coon dei bambini: a ceffoni. Odeta procedette razionalmente, seguendo l'esempio dei tedeschi dopo l'attentato di via Rasella, elargendo tre ceffoni per ogni sassata, andò avanti così finchè non ebbe ridotto i bimbi ad un'unica massa di corpi piagnucolanti, dopodichè, marciò di fronte a loro come un generale vittorioso, crogiolandosi nella disperazione dei loro sguardi.
Il trionfo, però, ebbe breve durata, la sua fine fu annunciata da un lampo di gioia che balenò negli occhi dei bambini, colta alla sprovvista Odeta seguì il loro sguardo e, voltandosi, intravide una figura umana svolazzare nel cielo, -Peter !!!!- urlarono i bimbi perduti....
(*)NOTA DELL'AUTORE Non è un'esagerazione, la protagonista stessa me l'ha confidato personalmente tra una pastarella e l'altra.

1 commento:

angrygnat ha detto...

qui aumenta lo spannung... daje odeta massacra peter pan, fai fuori anche capitan uncino e conquista l'isola che non c'è per poi poterla distruggere...