giovedì 21 aprile 2011

solo un altro raccontino aka speriamo che riesca presto a finire sto coso


Chiuse il rubinetto dell’acqua e si guardò le mani. Erano ancora sporche. Le sentiva ancora sporche. Forse avrebbe potuto lavarle per giorni senza ottenere nulla, magari sarebbero rimaste sporche per sempre.
Probabilmente quello che aveva fatto non era sanabile, ormai non più.
Quello che faceva da tutta una vita non rientrava nel computo dei peccati per cui basti una preghiera per essere assolti. Quello che aveva sempre fatto lo lasciava sporco.
Era come polvere sulle sue mani. O terra bagnata, o rimorso.
Provare rimorso per la gente che aveva ucciso era come dire che provasse rimorso per la sua fede, per la sua missione, per la sua vita.

Eppure in quella giornata fredda tremò di rabbia e di rancore pensando alle sue azioni, e le sue mani erano rosse, e sporche, e non potevano essere lavate.
E più aveva cercato di lavarle, più il rimorso si era impossessato di lui.
Lavava le mani e si corrodeva l’anima.
E nei suoi ricordi non c’era mai stato spazio per la compassione, la pietà o la misericordia.
Erano solo demoni.
O forse il demone era sempre stato lui.
Rapace, fuorioso, cattivo. Capace di odiare oltre ogni limite, capace di restare solo per la sua intera esistenza. Dispensava morte sulla base di ideali. Idolatrava la Signora e disprezzava la vita. Sognava un mondo utopico e forse era il primo a distruggerlo.
Era mai stato capace di amare? Era in grado di sfoggiare un sorriso sincero, autentico?
Le sue mani puzzavano di sangue e si stava chiedendo quanto potesse essere bello un mondo fatto d’amore, rispetto, perdono.
In fondo era nella natura dell’uomo l’errore. Lo sbaglio.
E il perdono doveva essere la conseguenza di questo dogma.
È normale che l’uomo sbagli. A ogni sbaglio corrisponde un perdono. È ovvio che l’uomo perdoni.
Forse però era una soluzione di comodo?
Chi sbaglia sa imparare dai propri errori? Non sempre.
Chi viene perdonato diviene una persona migliore? No, certo.
Si perdona solo nella speranza che qualcuno ci perdoni. Una specie di gioco perverso.
Favori in cambio di favori.
Un mondo in cui si viene perdonati senza dover dare in cambio nulla non esiste.
E se anche esistesse sarebbe un mondo malato, privo di regole.
Rispettare ogni uomo, compreso lo stolto, compreso l’inetto e persino il malvagio era una cosa che spettava agli Dei.
Lui non se ne sentiva capace.
Forse anche questa era una soluzione di comodo.
È più facile sterminare che cercare di capire.
Ma in fondo ognuno ha il suo talento.
E a volte bisogna sapersi sporcare, per rendere migliore il mondo.

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