giovedì 28 aprile 2011

COLLE DER FOMENTO: "VITA" aka aspetto con ansia malata il nuovo album

Nel 1999 il Colle Der Fomento decide di deliziare i palati fini di tutti gli amanti del rap italiano con il suo secondo album, “scienza doppia h”.
Dopo il grande esordio con “odio pieno” il colle non si smentisce e realizza un album storico, dai testi maturi e dalle basi che hanno acquistato sonorità senza perdere la durezza che ha sempre caratterizzato il gruppo.
Oggi quel disco è una pietra miliare dell’hip hop italiano, e alcune delle sue canzoni possono essere considerate tra i migliori pezzi della storia che lo rappresenta.
La terza traccia, “vita”, è una canzone che cerca di afferrare il senso stesso del vivere, come da titolo, e riesce ad esprimere la durezza di questo vivere grazie a una riflessione attenta e un testo forte, diretto e dalle metafore importanti.



Il colle è chiaro sin dalle prime rime: la vita ti metterà alle corde in continuazione e starà soltanto a te saperti rialzare ed affrontare l’esistenza nella maniera più adatta al tuo essere.
Così il tale che è tutti noi si sveglia ogni mattina da sempre, fino ad avere dimenticato come si ride, fino a giocare col fuoco perchè niente potrà mai essere peggio di quello che già è.
E non resta altro che fronteggiare la vita come fosse l’inferno, consapevole, il tale, che domani sarà ancora più incazzato in una sorta di parafrasi del “domani sarà peggio” “Kaossiano”.
Ma il tale rappresenta l’uguaglianza di ogni vita solo nella sofferenza, e possiede tutte le diversità, le ambiguità e i difetti di tutti gli essere umani unici che ogni giorno combattono o scappano da quella sofferenza, di chi decide di guidare e di chi si lascia guidare.
Le immagini binarie, dal bianco o nero esasperato, mostrano l’inequivocabile scontro tra coloro che hanno consapevolezza di poter prendere in mano la propria vita e i codardi che scappano di fronte alla prima difficoltà.
La critica più dura è sicuramente rivolta agli ignavi che sanno stare sempre nel mezzo, che lasciano che siano gli altri a spingere per loro, che sfruttano le situazioni come vantaggi personali, senza dare in cambio niente alla vita. Lasciarsi andare alla deriva, guidati dalla corrente,risulta essere un atteggiamento irrispettoso nei confronti di chi, come mamma Vita, conosce i propri figli e sa quando combattono o quando stanno solo scappando.
Perchè vivere significa saper accettare che per ogni sfizio c’è uno screzio, e non basterà accanirsi su quello che si ha, e non servirà nascondersi dietro un modo di vivere che assomigli piuttosto a morire di continuo col solo scopo di vivere con euforia.
Ciò che conta è continuare a vivere per quello che si ha, continuare ad amarlo e rispettarlo ogni giorno, dimostrando che si può rispondere con i colpi alle botte ricevute.
Chi sceglie di spingere e di restare sveglio anche quando gli altri dormono saprà di essere vivo per qualcosa di poco valore, per godere di attimi brevissimi, perchè è solo per quel poco che si viene a vivere.
Il “fiume che rompe gli argini” lo può trovare chiunque dentro di sé, nel piccolo fuoco che arde dentro tutti: basterebbe non guardare e basta, non fermarsi al primo assaggio, ma assaporare, gustare, cambiare le cose a seconda della propria volontà.
“Vita” è un pezzo caratterizzato dalla città, che trasuda asfalto, e come in una favola di Esopo le caratteristiche umane sono rappresentate dagli animali che la vivono: gli ego ingigantiti, le dipendenze, le paure, le indifferenze.
“Scrivere sensazioni sul suono che racconta immagini” è una missione in cui il Colle Der Fomento riesce alla perfezione, esprimendo con un linguaggio sempre azzeccato quella che potrebbe essere l’esperienza quotidiana di tutti, enfatizzando il significato di ogni piccola esperienza, senza dover estremizzare o inventare per poter fare scalpore.
Tutto in pieno stile CDF, la realtà filtrata dall’hardcore attitude che guadagna una vena poetica e supportata da una base che spacca.
Era il 1999. Sembra ieri.






Il testo della canzone "vita"






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