lunedì 18 aprile 2011

Verità improbabili aka La guerra vi renderà liberi.



Quando una bugia viene raccontata per molto tempo, diventa credibile, verosimile, possibile, e infine si trasforma nella verità.
Il sistema è vecchio ma sembra non diventare obsoleto, ed è in grado di rinnovarsi a seconda della situazione storica o delle necessità.
Tutti conoscono il meccanismo perverso, eppure tutti credono alle verità che ogni giorno vengono propinate.
Ma certe bugie sono tanto illogiche da lasciare contrariati, dubbiosi.
Non riesco ancora a convincermi del fatto che un idiota che non sa neanche mettere due parole in fila e privo di qualsiasi talento o bellezza, possa diventare oggetto di fanatismi incontrollati e guadagni stratosferici soltanto perchè ha partecipato ad un programma televisivo fatto da idioti per idioti.
Non riesco a convincermi che il sesso sia una cosa sporca e brutta e di cui vergognarsi.
Non capisco come una differenza linguistica, una diversa fede religiosa o un’abbronzatura più fiorente di un’altra possano renderci diversi l’uno dall’altro.
Ma la bugia più attuale e ripetuta è quella di dichiarare una guerra per salvaguardare la pace e il benessere dei popoli che vivono sul territorio in cui si combatte.

Così ci raccontano di tremende dittature, popoli resi schiavi, minoranze biecamente trucidate: e ci offrono come unica soluzione alle loro disgrazie i bombardamenti a tappeto.
Il fatto che la conquista strategica di un territorio o la possibilità di impadronirsi di enormi ricchezze e di giacimenti petroliferi possano muovere le mani sempre bramose di chi ci governa non dovrebbe neanche passarci per la testa come un brutto pensiero.
La salvaguardia delle popolazioni è l’unico motore di guerre che diventano necessarie, nella realtà propostaci da ogni mezzo di informazione di massa.
Impossibile sentirsi indignati per queste guerre perchè la verità è diventata che le bombe siano meglio di una dittatura, e ormai dovremmo sapere tutti che se si vuole colpire il centro del potere di un tiranno, qualche ospedale distrutto per errore non può essere d’intralcio.
Sono vent’anni che assistiamo impotenti a guerre umanitarie in cui grandi potenze economiche e militari si ritrovano a fronteggiare mostri tanto piccoli da sembrare scarafaggi in confronto, e la passione per la guerra-lampo ha lasciato spazio alla necessità di guerre lunghe e di occupazioni infinite.
L’industri bellica muove l’economia mondiale ma ciò che conta è salvare popoli incapaci di difendersi, anche se soltanto quelli di certi precisi stati: in fondo si deve pur cominciare da qualche parte.
La nostra è l’era della guerra ideologica: abbiamo la guerra alla droga, la guerra al terrorismo, la guerra alle dittature, la guerra come risoluzione di qualsiasi problema.
Una guerra ideologica fatta con i missili, non confondiamoci.
Lo scontro tra grandi potenze è passato di moda, troppo dispendioso a livello logistico, poco redditizio se usato come propaganda, oggi che la tv è in tutte le camere.
Così per ogni occasione c’è un bombardamento capace ogni volta di distinguersi per precisione, seguito da una lunga guerra a terra in cui gli scontri sono ridotti al minimo, chè mica stanno per davvero là a fare la guerra.
Gli attacchi dell’altra fazione diventano attentati terroristici, come se la gente non si rendesse conto che sono attuati contro degli occupanti armati ed indesiderati.
E se la questione non dovesse essere ancora chiara: se sono attentati terroristici sono praticati dagli stessi civili che ci proponiamo di salvare e che, data la loro ingratitudine continuano ad odiarci; se invece sono attacchi da parte dell’altra fazione è soltanto perchè durante una guerra di solito funziona così.
Un’altra di quelle bugie incoerenti che non dovrebbero mai diventare verità.
La guerra diventa occupazione, utile sia per aiutare i disastrati nella ricostruzione che viene affidata agli stati vincitori, sia per permettere la nascita di un nuovo governo democraticamente fondato da chi ha abbattuto quello precedente.
Non confondetevi, non si tratta di colonizzazione, sono soltanto degli atti umanitari.
La guerra umanitaria ci viene venduta quotidianamente su tutte le reti televisive, su ogni quotidiano, nei blog e nei siti sparsi per la rete e ogni giorno ci rendiamo conto che il numero delle vittime di questi conflitti è irrilevante di fronte al grande ideale che muove le bombe intelligenti. Le imprese eroiche sono salutate tutti i giorni con speranza e orgoglio, e diventano la possibilità per qualche pezzo grosso di fare la sua personale comparsata al tg, per complmentarsi e ringraziare i ragazzi che stanno combattendo per una così nobile causa. 
Quegli stessi ragazzi chiamati ad uccidere e pronti a morire per uno stipendio soddisfacente e per permettere l’accumulo di potere nelle mani degli stessi che già possiedono tutto.
Viviamo un’era illuminata, e ancora non sono riuscito a rendermente conto.
E se è vero che le bugie hanno le gambe corte, vuol dire che ne inventeranno una nuova, e anche se ormai le idee cominciano a scarseggiare perchè tutte già viste, non possiamo permetterci di mettere un limite al genio di chi ci comanda e alla stupidità di noi, che siamo quelli che si fanno comandare.
La guerra per fare la pace. L’occupazione per liberare i popoli. I bombardamenti per cancellare le sofferenze. La colonizzazione culturale per aiutare la gente a costruirsi una coscienza sociale.
Benvenuti nell’assurdo della verità.






P.S. Anche la guerra a wikipedia è un'altra di quelle guerre ideologiche di cui sopra.

1 commento:

Marco Lucci ha detto...

ubi solitudinem faciunt pacem appellant. Due modi di vedere la guerra, nel deserto v'è pace ma al prezzo dell'annichilimento delle voci di tutti, da centinaia e centinaia di anni. La guerra non è mai stata bella né giusta, ma sempre opportuna e necessaria. La guerra (combattuta o meno, culturale o militare) è maggiormente giustificata, se la balla ideologica è credibile. Farla bere a tutti non è facile, ma c'è chi ha potenti mezzi ed obiettivi precisi.

ps. Una questione di qualità o una formalità.