martedì 3 maggio 2011

Oklahoma City Thunder aka un ciclone per l'NBA


Gli Oklahoma City Thunder sono una delle tante piacevoli sorprese dell’ultima stagione.
Rimando ad altri articoli per quanto riguarda DERRICK ROSE  e BLAKE GRIFFIN, sempre sotto la voce “piacevoli sorprese dell’ultima stagione”.
Un roster giovane, fresco e dalle potenzialità immense, un futuro roseo davanti, un presente tutto da vivere in una stagione che può ancora dare tanto, in una NBA che sembra davvero equilibrata ed aperta ad ogni risultato.

Il cambio di città ha rivitalizzato le forze degli ex Supersonics, che sono ad oggi, una delle squadre più futuribili della lega e una concreta presenza già adesso.
I Thunder hanno tutte le carte in regola per fare la voce grossa nei prossimi anni di NBA.
Hanno in Kevin Durant e Russell Westbrook i leader che qualsiasi allenatore vorrebbe avere sotto mano: il primo è un giocatore estremamente versatile in attacco, con tantissimi punti nelle mani, un fisico atletico su cui ancora si può costruire, un carattere facilmente gestibile e che permette di costruire intorno a lui senza che il suo ego rischi di rovinare tutto nonostante i due titoli di capocannoniere portati a casa l’anno scorso e quest’anno. C’è da scommetterci su un titolo di MVP a breve.
Westbrook dal canto suo sembra il prototipo dell’evoluzione del play: grande realizzatore in penetrazione, è capace di attaccare il canestro e di farlo con una potenza squassante, sa passare la palla, ha visione di gioco e istinto per il gioco, e anche lui non ha ancora compiuto i ventitré. Il play ex UCLA sembrerebbe essere in grado di prendersi una squadra sulle sue spalle per intero, ma non soffre la presenza di una stella emergente e già confermata come il numero 35.
Il supporting cast è costruito sulle stesse caratteristiche dei suoi giocatori cardine:  giovani,affamati e pronti a condividere glorie e successi con i propri compagni.
Si tratta di giocatori dalle caratteristiche estremamente eterogenee, che riescono a completarsi vicendevolmente e a dare spessore e continuità sia alle partite che all’intera stagione.
Ibaka e Harden sono parte del futuro dell’NBA, Perkins è già una certezza.
Collison e Mohammed sono gli unici due giocatori a scollinare oltre i trenta.
Scott Brooks, capo allenatore di questa ciurma di ragazzini, molto giovane a sua volta, sembra gestire il team al meglio, suddividendo gli spazi fra i suoi giocatori in una rotazione varia ed ampia come non se ne vedono spesso nella lega professionistica più belle ed importante del mondo, e ha costruito un bel sistema difensivo e un ottimo gioco offensivo proprio sulle rotazioni e la versatilità dei suoi giocatori.
I playoff in corso ci dicono che i Thunder sono una squadra competitiva e fastidiosa già adesso, nonostante alcuni limiti che sembrano derivare dall’inesperienza piuttosto che da reali mancanze strutturali. 
Oklahoma ha eliminato i temibili Denver Nuggets in cinque partite e ora si trova sotto di una partita contro Memphis, sorprendente e vogliosa di conferme dopo l’eliminazione degli Spurs. La serie sembra essere equilibrata e aperta a tutto, come le altre semi-finals di conference di questa stagione, ma qualunque dovesse essere la conclusione il futuro di Oklahoma non può che essere brillante e pieno di speranza, perchè il gruppo sembra troppo solido per rischiare una caduta improvvisa come è successo ad altre squadre promettenti degli ultimi anni.
Un occhio attento su Oklahoma City allora, squadra atipica che nonostante i campioni assoluti che si ritrova, non punta tutto sui singoli ma lascia che sia il sistema di gioco e il gruppo a costruire le vittorie, ottenendo così una solidità difficilmente riscontrabile in altre città dell’NBA e che nei prossimi anni potrà dire la sua a livelli molto alti, a meno di suicidi inspiegabili.

Nessun commento: